5. NARRATIVE DAL MONDO

  1. Il tamburo di latta, G.Grass  (in parte, non mi piace)

  2. Memorie di una ragazza per bene. Simone de Beauvoir.

  3. Sarajevo oltre lo specchio

  4. Opinioni di un clown, H. Boll (per metà!)

  5. La certosa di Parma, Stendal

  6. Une année en Provence, Peter Mayle. Inglese che va a vivere in Provenza appunto

  7. Il rogo di Berlino, Helga Schneider. Molto bello. Tragico. Autobiografia. Helga è figlia di una madre SS, condannata dal tribunale di Norimberga (e non pentita). La madre l'ha abbandonata da piccola, con il fratello più piccolo ancora. Il padre è al fronte, lei è con la nonna, poi lui si risposa e con la matrigna va malissimo. Finisce in orfanatrofio, poi viene riportata a Berlino proprio nel periodo peggiore della guerra, durante i bombardamenti sovietici.  Bellissima la descrizione della vita nel rifugio, con i suoi occhi di bambina. Drammatiche le descrizioni della guerra, mentre Berlino è rasa al suolo. I russi arrivano, e violentano le donne, anche nella cantina dove è lei. Poi, finalmente, la rinascita.

  8. Anton Cechov, Teatro. Le tre sorelle.

  9. di Khaled Hosseini, Mille splendidi soli. (Leggo in Sierra Leone, per caso, nel 2008)

  10. L’anno della lepre. Arto  Paasilinna. (prima del viaggio in Finlandia! 2009)
  11. Dans la maison du père. Di Yannick Lahens, scrittrice haitiana. Luglio 2010, Lèogane. Molto bello. Scritto in un francese ricco, quasi tutto al passato remoto. Percorre 50 anni di vita del paese, con la società borghese, la dipartita degli americani, i conflitti di classe e razziali, i riti vudù, la voglia di libertà e la diaspora.

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