LASCIANDO IL NEPAL  

Da Katmandu, in volo verso Delhi, riesco finalmente a vedere almeno da lontano uno degli 8000 del Tetto del mondo, che durante l'estate è impossibile vedere da terra, perché avvolti dalle nubi. E' una visione di grande impatto. Essere in volo, così in alto, e vedere di fronte a sé ancora questa "barriera" immensa.

   

 

Ormai in India. Di nuovo mi accoglie il caos folle, delirante, di queste città da milioni e milioni di individui. E milioni di autisti, che in contemporanea si attaccano al clacson. Rimango a Delhi solo una notte. Giusto il tempo di alcuni monumenti, poi letteralmente fuggo via, con il volo per Londra.

 

Il tempio della religione Bahai

    

 

 

    

 

      

 

    

 

Anche qui, l'India Gate     

     

 

La cosa per me più emozionante a Delhi: il Museo di Gandhi

   

    

Centinaia di fotografie del Mahatma. E ricordi della sua vita.

Oggetti quotidiani. Abiti. E i famosi filari di legno, simbolo della lotta all'invasore, e alla modernità.

   

    

    

     

     

     

Per le vie di Delhi

      

Il parco delle grandi cremazioni.

      

La fiaccola di Gandhiji, sempre accesa.

    

Tra poche ore, l'aereo per Londra/Bologna. Tutto il viaggio è stato stupendo. Anche con i suoi momenti di grande fatica, e di malanni. Il Dio dei viaggiatori è rimasto con me fino all'ultimo. E sono arrivata giusto in tempo a casa, per evitare (di poche ore) tutto il bailame che ci sarà negli aeroporti londinesi (e non solo) causa la scoperta di attentati terroristici che avrebbero dovuto causare varie esplosioni in contemporanea. Non ho perso nessun aereo, neppure un bagaglio. Le sale dei due aeroporti, al mio passaggio, sono ancora perfettamente tranquille e piene di belle famiglie in vacanza.

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©SilviaMontevecchi