Racconto dal Sud Sudan.

Agosto 2012.

Susanna Berboldi.

 

Agosto 2012.

Sentirsi a casa. E’ quello che riprovo ogni volta che atterro a Kampala e mi sento già vicina a Nzara, anche se dovrò attendere ancora due giorni prima di imbarcarmi sul piccolo aereo del MAF (Missionary Air Force), un Cessna C208B.

Trascorro due giorni a Namugongo, alla periferia di Kampala, dove sorge la basilica costruita in ricordo dei  primi 21 giovani martiri ugandesi. Tra negozietti e baracche vi è la casa delle suore Comboniane che fanno formazione  alle future giovani suore africane secondo il pensiero del Comboni che già nell’800 ammoniva: “l’Africa per l’Africa”. E’ dove amo restare quei pochi giorni in attesa del visto e del volo. Giorni di serenità e allegria con sr. Franca e sr. Josephine, due colossi se si pensa al loro passato ricco di coraggio e di esperienze in tante missioni.

Suore. Un universo a troppi sconosciuto e che merita conoscere: suore in missione e nelle nostre città, negli slums, nei quartieri più poveri delle metropoli dove vivono e lottano a fianco di ragazzi vittime della droga, miseria e prostituzione o in luoghi remoti ad accogliere chi cerca il silenzio e la pace;  sto leggendo il nuovo  libro  di Maria Pia Bonanate che ha appunto questo titolo. Soprattutto  chi ha un’idea molto vaga di queste donne scoprirà un mondo inimmaginabile di forza e coraggio, di pieno appagamento,  per nulla “donne a metà, “come ho sentite definirle da molti.

Ma torniamo in Africa!

Il volo  da Kampala a Yambio e’ stato bellissimo come al solito: 4 passeggeri, tutti volontari laici e il giovane pilota Samuel. Un volo che ci ha dato le emozioni di vedere dall’alto il  grande lago Vittoria, il Nilo, foreste, villaggi, coltivazioni, le strette e lunghe strade di terra rossa…. E il cuore ha fatto un balzo in gola quando ho riconosciuto la pista di atterraggio di Yambio, la capitale dello stato del Western Equatoria.

Ora sì che ero veramente a casa! Ad attendermi Sr. Giovanna  che ha letteralmente cambiato Nzara: l’ospedale, la scuola, il centro per le donne e quello  per I malati di AIDS:  tutto e’ cresciuto e ha permesso di cambiare la vita di migliaia di persone grazie al sostegno di  molti donatori , soprattutto italiani. Questa e’ la Chiesa vera di cui i giornali non parlano, quella che lotta a fianco dei poveri e degli oppressi, li rende coscienti dei loro diritti e li aiuta a realizzare vite degne e gioisce o soffre (pagando anche un importante contributo di vite umane) accanto a loro. C’è poi un’altra chiesa lontana dal Vangelo, ma pazienza.  E’ questa la Chiesa che amo, viva, vera e….. scomoda, ma affascinante se ti metti in cammino per seguirla!

Sono successe molte cose in queste due prime settimane ed ho provato tante di quelle emozioni che vorrei potessero passare direttamente dai miei occhi e dal mio cuore al computer, anzi, no, direttamente nel vostro cuore, ma non e’ possibile. J

Amo questa natura lussureggiante:  gli alberi del teak con le loro grandi foglie che sono solitamente  le pareti delle “palestre” dove faccio le lezioni di educazione fisica con il cielo per tetto e una soffice terra rossa   o erba incolta per pavimento. Le caprette ovunque come le famigliole di papere o galline vicine ai cortili dove abita la popolazione di Nzara: solitamente una capanna per gli adulti, una per i bambini, una per cucinare, una per tenere attrezzi e sementi ed una più piccola, bassa bassa o rialzata per le galline. Una grande pulizia e, attorno,  le loro piccole coltivazioni di cassava, patate dolci, mais, papaye, banane… Purtroppo  sono qui sempre nel periodo sbagliato per i manghi  i cui alberi  maestosi sono ovunque, ma mi rifaccio con i fantastici frutti della passione e le bananine dolcissime!

Due volontari di Vicenza e un giovane Tedesco hanno montato i pannelli solari all’ospedale, nel centro per le donne, per I malati di AIDS….  Speriamo li mettano presto anche qui da noi, nel convento, perchè i tre piccoli che ci sono ora sono insufficienti; soprattutto quando piove ci ritroviamo spesso a dover usare le torce e il bello e’ che siamo proprio nella stagione delle piogge con poderosi rovesci ogni giorno

Aiuto, sono già al secondo foglio e non vi ho ancora detto nulla della montagna di momenti bellissimi che ho vissuto uno dopo l’altro, ma ditemi se anche voi non  sareste felici a:

J stringere centinaia di mani ogni giorno, perché chiunque si incontra – dai bimbi più piccini agli anziani –  viene  verso di te e ti stringe la mano, ma quando è una manina piccolissima che avanza su due gambette che appena si reggono e senti la timidezza ma nello stesso tempo la determinazione del gesto, è un momento emozionante, anche se è la centesima volta nella giornata! Sentirmi le manine dei bimbi che toccano le mie braccia e i miei capelli così strani, così chiari… Qualche bimbo si regge appena in piedi, qualcuno ha la maglietta… altri solo i pantaloncini, ma sono perfetti, perché sono felici, perché hanno una gioia dentro che penetra dentro di me che sempre più mi sento stanca  dell’indifferenza, dell’insofferenza, del vuoto di bimbi-ragazzi-adulti infelici pur avendo tanto, molte volte e anche per questo, troppo..

J camminare o andare in bici per i sentieri  tra le capanne,  “scambiare due chiacchiere” con le mamme e le anziane : “Senne’…. Wenangai…. Paite’….” E quando non so più che aggiungere, arrangiarmi con dei  mugolii di assenso e con un sorriso che aggiusta sempre tutto. Sentirsi parte della comunità: sappiamo bene quanto è importante!  

J  fare la prof. di educazione fisica a gruppi di  30,  40 bimbe o ragazze che eseguono tutto con attenzione, con la gioia di sentirsi seguite, corrette, di vedermi  in prima linea  con loro… Quest’anno vi sono tre insegnanti della materia, per cui le mie classi, alcune volte, sono per fortuna dimezzate. Se il prof. e' presente prendo solo  le femmine, solitamente trascurate. Vederle felici mi dà una carica enorme per cui la mia schiena tace e sopporta in silenzio… anzi, dimentica ogni giorno i suoi problemi.

J avere il privilegio di conoscere, tra le diverse che sto incontrando, una persona eccezionale come il Brother Denis, irlandese, che ha festeggiato a Yambio 50 anni di servizio  a fianco di questo popolo! Un uomo timido che con i suoi confratelli, i Christian Brothers che hanno il carisma dell’insegnamento,  ha fondato la prima e per molti anni l’unica scuola superiore di Yambio,  ma non solo! Come hanno raccontato diversi presenti che hanno condiviso con lui tanti anni di lotta per i diritti del Sud Sudan, “sotto i bombardamenti del Nord Sudan Denis usciva per la strada e raccoglieva tutti quelli che fuggivano disperati in cerca di un rifugio e li portava nella sua casa”. “Quando non c’era più cibo, riusciva a sfamare tutti quanti” e in prima persona si avventurava  con l’auto dei Brothers per lunghi tragitti nelle zone di conflitto per accompagnare malati, missionari  e civili. E così durante le incursioni dei ribelli di Joseph Kony.  Abbiamo ascoltato racconti commossi che hanno delineato un eroe, uno dei tantissimi dei quali le cronache non parleranno mai. 50 anni completamente dedicati a chiunque ne avesse bisogno, sempre disponibile. Per me, domenica  18 agosto, era una data molto significativa e non avrei potuto viverla meglio, toccando con mano quello che l’Amore e’ capace di creare.

J andare in bici in foresta per quei  sentieri stretti e in questo periodo pieni di fango, salite e discese, radici che escono, l’erba alta ai lati che cela le capanne, ma con bimbi che saltano fuori felici di incontrarti. In bici per raggiungere i più lontani: anziani soli o malati, come il caro John, paralizzato da 22 anni: un giovane intelligente che un incidente ha relegato nella sua capanna,…. e che affronta con fede questa vita veramente dura. Domenica mattina  ci sono andata con Sr. Eugenia che l’altro giorno ha compiuto 80 anni!!!!  Con le nostre normalissime bici da donna. Vederla destreggiarsi tra buche e pozzanghere, lei che tra poco festeggerà i 65 anni di missione….

… Quante luci dinanzi a me… e non solo nel magnifico cielo stellato di Nzara!

J aver nuovamente “allenato” la squadra di calcio locale. So che vi verrà da ridere a pensarmi come allenatrice di calcio… Potevo dire di no? E allora via!  15 minuti sulla moto dell’allenatore verso un villaggio vicino,  un grande prato, solo due giovani con le scarpe (con ben poca pelle rimasta) e il portiere con un solo guanto,  un pallone malconcio… ma una voglia incredibile. Un’ora e mezza di corse, esercizi di tutti i generi:  e io naturalmente con loro. Sicuramente io li spronavo, ma il loro entusiasmo, la loro voglia di essere seguiti mi galvanizzava. Venerdì sarò nuovamente con loro. D’obbligo mandare loro un manuale con esercizi specifici e uno o due palloni e se potrò anche delle divise! 

J fare tante alter cose utili come la supplente di inglese  facendo lezione senza bacchetta! (le punizioni corporali sono la norma qui, ancora, e le suore non riescono a convincere  gli insegnanti locali a smettere) o far giocare i bimbi del Rainbow (figli di malati di AIDS): come si divertono con  quei palloncini che Giovanni mi ha insegnato a sagomare a mo’ di cagnolino e Claudia mi ha donato in gran numero!….  Piccole cose che li fanno felici. E’ bello essere semplicemente a disposizione per qualunque lavoro.

J vedere come prontamente sr. Giovanna cerca di risolvere ogni problema le venga posto: l’altro giorno ha organizzato il viaggio per due mamme le cui bimbe  - una di tre mesi e l’altra di circa un mese – sono nate una con  il labbro leporino e una con il palato aperto. L’equipe con il medico italiano che a Kampala fa queste operazioni le aspetta. Alcune delle offerte che mi sono state date serviranno proprio per aiutare le due bimbe. Poi c’è un ragazzo cerebroleso per fortuna circondato dall’enorme affetto dei genitori e dei 6 fratelli e…. tanti altri casi. Ogni giorno è veramente un’avventura ricca di nuovi eventi.

Infine... L ho letto alcuni report di una  missionaria di Gidel, sui Monti Nuba dove fui 6 anni fa, nuovamente martoriati dai bombardamenti del Nord Sudan che non accetta la volontà del popolo del Sud di essere indipendente. Dichiarato criminale di guerra dalla Corte dell’Aia,  il presidente del Nord Sudan, Al Bashir, continua a massacrare i civili lanciando su capanne, scuole e ospedali bombe incendiarie e di ogni  altro tipo. Ho visto le foto di due giovani, uno bruciato, l’altro mutilato…. Un genocidio che non interessa ai nostri media, soprattutto a quelli italiani. Uno scandalo. Un terrorismo che non muove i governi, così come non interessa che i ribelli di Joseph Kony stanno  continuando a massacrare i civili inermi in Congo e in Centro Africa. Ormai solo chi ha interesse a non sapere può pensare a "guerre tribali": dietro a tutte queste violenze vi è il petrolio che interessa  le potenze occidentali  e la Cina…  Sono  migliaia i congolesi che hanno trovato rifugio a Nzara: qui per fortuna la legge Bossi Fini  non riuscirebbero neanche a immaginarla.

Quanti problemi ogni giorno e alcuni di questi gravissimi, ma sono la quotidianità per  le Sisters e la loro serenità è contagiosa. Osano l’impossibile, perché sanno di non essere da sole.  Agire ogni  giorno nella misura in cui si può e si é capaci e farlo con la convinzione di compiere  piccoli, ma concreti atti di giustizia…

Avanti giorno dopo giorno, perché quelle manine divengano mani grandi e forti e  abbiano un futuro.

Un abbraccio ricolmo di gioia, perché veramente... non esistono sogni troppo grandi!

Susanna   

www.silviamontevecchi.it

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