Shlomo Sand. (docente di storia a Tel Aviv)

L'invenzione del popolo ebraico. Garzanti 2010.

Ediz originale 2008, Israele.

"Se Israele continua a considerarsi lo stato del "popolo ebraico" e non un corpo che rappresenta tutti i cittadini inclusi entro i suoi confini stabiliti (escludendo i territori occupati) non potrà mai essere definito uno Stato democratico". p.9

Interessantissimo libro che mette in evidenza come Israele sia sorto e continui a vivere su una colossale MANIPOLAZIONE DELLA STORIA, e quindi dell'immaginario collettivo.

Sand fa prima una lunghissima (fin troppo dettagliata!) analisi dei concetti di NAZIONE - ETNIA - IDENTITA' NAZIONALE - POPOLO, partendo dalla considerazione che sono concetti estremamente MOBILI, che hanno cambiato il loro significato nel corso dei secoli, e che essi stessi sono stati manipolati dalla storiografia e dalla politica, ovunque nel mondo, ad uso e consumo delle necessità del momento. (...vedi operazione della Lega con le origini celtiche della Padania!!!).

Interessante vedere come cambia la percezione di sé (per un gruppo / popolo) nella storia, e come cambia per gli altri. Analizza come e quando l'ebraismo è passato dall'essere percepito come una normale comunità religiosa, al pari di altre, ad un gruppo-razza.

Fondamentale il capitolo su "Politica e archeologia" (p.169), che mostra come l'archeologia in Palestina sia stata pilotata e falsata fino ad epoca recentissima (anni 60-70; esempio il libro La Bibbia aveva ragione, originale tedesco del 55, ebraico del 58). E descrive come tutta l'opera di Ben Gurion sia stata improntata a confermare tale falsificazione, per la costruzione dello stato ebraico e dell'identità ebraica dei suoi abitanti (=ebraicizzazione). Quindi per giustificare la vita dello stato di Israele, l'allargamento dei suoi confini, l'occupazione, e ovviamente anche l'eliminazione dal territorio dei non-ebrei. Analizza anche l'apporto degli intellettuali (scrittori, poeti, docenti,...) in tal senso, e come la scuola abbia forgiato le menti di tante generazioni, utilizzando la Bibbia come fondamentale e incontrovertibile testo di storia.

La terra si ribella alla "mitostoria" (p.180). E' solo dopo la guerra del 1967 che le cose cominciano a cambiare, e contrariamente alle aspettative. Con la guerra infatti Israele si impossessa dei territori della Cisgiordania, e allora gli archeologi possono finalmente tuffarsi in scavi fino ad allora impossibili. Pensavano così di poter dare tutta una serie di ulteriori conferme alle storie dei patriarchi, dell'esodo, di Salomone ecc ecc. Ma avviene esattamente il contrario, e in maniera che ormai non è più possibile nascondere (come fatto fino ad allora) ...mettendo sotto il tappeto i reperti "scomodi". (nb: questo capitolo in sostanza elenca e conferma tutto ciò che analizza dettagliatamente Mario Liverani nel suo "Oltre la Bibbia, Storia antica di Israele: tutta la storia dell'AT è stata inventata. I patriarchi non erano nativi di Canaan; non c'è mai stato alcun esodo dall'Egitto, e la Palestina era sotto governo egiziano!; quello di Davide era un piccolo regno, senza città fortificate; Salomone non ha mai costruito grandi palazzi né tantomeno il Primo tempio, eccetera ...).

sommario (commentato):

- Cumuli di ricordi: linee guida per la controstoria.  Bellissima introduzione di stampo autobiografico, per descrivere la follia con cui veniva riconosciuta la nazionalità israeliana.

- La memoria indotta: gli stati nazione ...è solo in virtù di un sistema educativo obbligatorio per tutti che hanno potuto radicarsi e rafforzarsi. Una delle massime priorità delle pedagogie statali è la trasmissione di memorie indotte, il cui cardine è proprio la storiografia nazionale. (p36)

-cap. 1. creazione di popoli: sovranità popolare e aspirazione all'uguaglianza. Glossario: popolo o ethnos? la nazione: confini e definizioni. Nazioni e nazionalismi. Dall'ideologia all'identità. (E' il nazionalismo che genera le nazioni, non il contrario.p73).

- cap.2. Mitostoria. In principio Dio creò la nazione. La Bibbia come mitostoria (p117). Politica e archeologia (p169). La terra si ribella alla mitostoria (come cambia l'archeologia in Israele, dopo la guerra del 67, e le acquisizioni di nuovi territori da scavare; studio sui redattori della Bibbia). La Bibbia come racconto allegorico.

- cap.3 L'invenzione dell'esilio. ..E molti pagani si fecero giudei. Il popolo esiliato nel 70 d.c. Esilio senza espulsione: storia di una zona d'ombra. Gli Asmonei impongono l'ebraismo ai loro vicini (..le conversioni forzate) (fino a pag.268)

- cap 4 Terre del silenzio. Alla ricerca del tempo (ebraico) perduto.

- cap 5. La gloria e lo splendore: politica identitaria in Israele. Sionismo ed ereditarietà genetica. La messa in discussione della "razza ebraica" (p399) da parte di due antropologi americani ebrei: Franz Boas e Maurice Fishberg. La fondazione di uno stato "etnico". "Ebraico e democratico": un ossimoro? (bellissimo il finale: la prospettiva di uno stato democratico binazionale, e la critica dello stato segregazionista attuale; l'utopia di un futuro arabo israeliano di uguaglianza; la critica del popolo eletto, e altro ancora, p. 458-60)